Esistono due importanti argomenti da valutare prima di intervenire sul miglioramento dell’aria di un qualsiasi luogo, aspetti da utilizzare come guida per il posizionamento/dimensionamento impiantistico. Ecco quali sono…
Il drammatico periodo vissuto (e subìto) dalla comunità internazionale a partire dal 2020 fino a tutto il 2021 ed oltre, causato dalla diffusione pressoché ubiquitaria del Covid-19, ha posto in prima battuta l’attenzione verso le possibili immediate soluzioni d’emergenza (guanti, mascherine, distanziamento, igienizzanti, ecc.) capaci di tamponare provvisoriamente le diverse ondate di contagio velocemente susseguitesi.
Soluzioni di questo tipo si sono rivelate utili ed efficaci, soprattutto nell’attesa di protocolli più strutturati, adatti ad orizzonti temporali più lunghi e focalizzati sul miglioramento dei contesti ambientali piuttosto che sul prolungato uso dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale).
Con il passare del tempo si assiste ad un’evoluzione di pensiero che sta spostando l’attenzione verso principi di prevenzione primaria piuttosto che di cura, soprattutto contestualizzati negli edifici scolastici, dove le nostre future generazioni hanno maggiormente faticato nel contrasto alla subdola patologia.
Si tende ultimamente ad introdurre nelle scuole nuovi sistemi di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) per il ricambio costante e programmato dell’aria interna ed innovative metodologie di purificazione della stessa basate su avanzate tecnologie come ad esempio la fotocatalisi o la ionizzazione a plasma non termico. Quello che ancora non si fa è di comprendere appieno la materia dell’IAQ (Indoor Air Quality), inserendo ogni soluzione o sistema d’intervento all’interno di un concetto interpretativo più ampio che tenga conto:
- della conoscenza dei luoghi,
- dell’effettivo grado inquinante e
- dei periodi espositivi.